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Dea

Peppe La Commare.



Mentre il mio pensiero attraversava la cruna di un ago

le mie ricche voluttà erano pronte a redimerti l'anima

scivolavi lentamente sulla mia pelle
come balsamo benedetto ed intatto
​


il tuo corpo s'inarcava per accogliere la mia bellezza

Era Puro il tuo bacio
come il respiro di una vergine vestale
​


insignivi le mie membra spoglie ormai di tempo
mentre io emulavo lo sguardo di un Dio
per te che sulla terra Dea sei.

​

Amami mio dolce Angelo
amami mia venerea creatura
accendi la tua fiamma
lascia che l'olio si consumi in questa notte
che morire non vuole se i tuoi occhi
non si concedono al giorno amore mio.

 

Chi sei?      

Peppe La commare.



mi fai sentire preda delle tue fantasie
mi risvegli entusiasmi assopiti da molte lune
attraversi la mia mente come l'aleggiare di un déjà vu.

​

Ladra tu sei!
quando inviti i sensi miei al banchetto dei baci tuoi
la tua bocca piena di noi è il segreto per fermare il tempo



Ammaliante sei!
i tuoi occhi plasmano sentimenti con la tua malia
annulli le energie che divengono duttili come metallo



Avvolta in un sudario l'anima riprende forma
dalle tue mani fuggire non voglio ti lascio il cuore
trasformato da te come polvere di supernova.

Amore non esitare sono io che ti amo.

Mi racconterò      

Peppe La commare.​​​​

​

Rileggo lentamente la mia vita

scritta senza inchiostro sulla mappa del passato
curioso di scoprire a quanto ammontano i miei errori
appagato nel sapere che non è stata rose e fiori



Le pagine che adesso ho tra le dita
hanno dato un obiettivo al mio domani
insegnandomi a parlare di me stesso
a darmi spinte per i traguardi più lontani.



E' difficile spiegare un'emozione
ancor più drammatico decidere chi sei
rifletto chiuso nelle mie prigioni
dove i silenzi danno un senso ai giorni muti
aspettando un'allegorica canzone.



Non sempre le mie parole si fanno poesia
ho scoperto che le poesie diventano canzoni
a volte accecare tra i raggi della fantasia
è facile come scottarsi la pelle al sole.



Quanta vita gridano le mie rughe
potrei essere l'Eroe di un poema antico
e farne un regalo colossale.



Ma a che serve regalare agli stolti se l'amore è sordo
a che serve dar da bere a chi non ha più sete



Preferisco star seduto affogare nei suoi occhi
che mi guardano dismessi e sinceri


preferisco rimanere esanime respirarmi le parole
aspettando di raggiungerla in una pagina che mi racconterò

Passi       

Peppe La Commare.



Cammino verso te lungo il viale
il tiglio filtra i raggi del sole
sull'asfalto l'aria agita l'ombra
sfaccettandola come un antico mosaico

​

Guidato dall'istinto arguto ti sento
seguo il ritmo del cuore a tempo
​


sinergico il mio passo incede sicuro
verso il tuo richiamo di verso in verso.
​


Meravigliato nel vederti
​

come se non ti avessi mai avuto
mi si pronuncia il senso, satollo e dissetato,
fuso in un'unica ed eccelsa emozione.

​

Tu sei figlia dei giorni miei,
amante pura dei miei segreti,
muta, forbita ed eterna.

Come la luna
mi incanti la ragione assente dalle memorie mie.

Ultimo Atto     

Peppe La commare.

​

Sei una bellissima avventura vera
intrisa di sogni, scanzonate canzoni,
amici, viandanti, e viaggiatori come me.



Rallentare questi giorni perché mai?
di partenze, di ritorni ancora ne vuoi!

sveglia la tua voglia di partire
prima che la mente l'assopisca
e ripara la tua nuova aurora dall'inesorabile pioggia.



Siamo ostaggi ormai cara vecchia amica
gli ostaggi di un astronave alla deriva
vaghiamo tra le stelle sempre nuove o sempre quelle

persi in un punto dell'universo eterno
nelle aree libere del mio mondo e del tuo
la dove Caronte traghetta le nostre anime
senza un pass ne un lauto biglietto da pagare.



E' notte quassù il cuore racconta silente e assorto
lo stilare di una primavera tra le foglie secche
mentre le rondini migrano altrove verso un sole nuovo.



Come Lazzaro ritorno a camminare nella vita grazie a noi
nell'indivisibile e suggellato legame unisono.



La donna condivide il suo letto ancora una volta
trasfigurando l'angoscia della pura coscienza

mascherandola con vezzi provocanti
e dolci proibiti piaceri da vivere ad ogni costo ,
anche a discapito del cuore.

​

Il mio confuso amare defrauda il mio senno,
la mia ragione, il mio essere, dall'essere,
deliziando l'io con la bacata ed arrogante certezza
di sentirmi unico invincibile degno Re di un regno
replica questi mio malgrado
di una falsa recita che fu farsa di questo infinito Teatro vuoto.

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